A cosa serve?
- gianlucabortoluzzi
- 13 nov 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 27 nov 2020
Sappiamo che alla fine dell' XIX secolo circa il 50% dei pazienti, che si sottoponevano ad operazioni chirurgiche, moriva a causa delle infezioni dovute alle condizioni igieniche dell'operazione. Nonostante non sia possibile ricostruire l'origine di quelle infezioni, di certo qualche goccia di saliva non poteva peggiorare poi tanto la situazione: tra strumenti non sterilizzati (curiosità), il lavaggio delle mani considerato come una pratica estetica ed il frequente susseguirsi di autopsie e operazioni.
Il beneficio più grande arrivò inizialmente al personale medico piuttosto che ai pazienti!
Infatti sappiamo che ad abbassarsi fu il tasso di mortalità dei medici che operavano su pazienti con malattie infettive: nel 1918 è riportato da Weaver che nel corso di 2 anni nessun medico che indossava la mascherina (2 strati di garza) era stato infettato da pazienti ammalati di Difterite (Spooner 1967).

Solo successivamente, negli anni '50, quando queste pratiche anti-igieniche vennero abolite, le infezioni, causate da batteri trasmissibili per via aerea, rappresentarono il principale fattore di rischio per le infezioni in sala operatoria. Dagli anni '60 vennero introdotte mascherine sempre più avanzate, che permisero di arrivare al livello di igene odiena

Un Ritardo Considerevole
Approcciando il percorso della mascherina è sorto un dubbio comune: come è possibile che un'innovazione così semplice, così utile e così supportata dalle evidenze empiriche ci abbia messo 30 anni per diventare "comune" e 50 anni per cominciare ad evolversi divenendo di fatto efficiente?
Poco dopo, al corso abbiamo avuto modo di approfondire un interessante autore, W.F. Ogburn, relativamente alla teoria del "ritardo culturale", convincendoci inizialmente di trovarci di fronte proprio ad un suo chiaro esempio. Semplificando un poco, possiamo dire che quando un elemento della cultura fa un balzo in avanti rispetto ad un altro, con il quale era correlato e sullo stesso livello, ciò che li separa può essere definito come "ritardo culturale". La situazione di disequilibrio che si crea è peggiore rispetto a quella che si vivrebbe senza l'innovazione. Un esempio di cui fa uso il sociologo riguarda le primissime automobili: in principio va infatti ricordato che le svolte delle strade disegnavano angoli molto più acuti delle morbide curve che si vedono al giorno d'oggi, e fino al momento in cui non furono ripensate le vie di comunicazione per ospitare anche le automobili, queste erano molto pericolose.
Il riequilibrio tra gli elementi culturali avviene tempo dopo, e si chiama "adattamento culturale".
Applicando allo sviluppo della mascherina il contributo illustrato qui sopra, si può notare un'incongruenza non trascurabile che descriveremo in seguito.
Identificazione di due variabili: Progresso scientifico e Norma comune in sala operatoria.
Dimostrazione che le variabili erano in equilibrio: dai documenti si evince che prima del 1897 il personale medico non fosse solito a coprirsi il volto durante le operazioni e non si aveva conoscenza empirica delle conseguenze che ciò portava.
Determinazione empirica del cambiamento di una variabile rispetto all'altra: è evidente dalla pubblicazione di Mikulicz che un effetto benefico poteva essere apportato dalla mascherina.
La situazione di equilibrio successiva al mutare di una delle variabili prima dell'altra è meno "soddisfacente" rispetto all'equilibrio precedente:
L'innovazione della mascherina, anche se non utilizzata in sala operatoria per molti anni dalla scoperta della sua efficacia, non pare aver peggiorato la situazione. L'unico danno correlato alla sua storia è il mancato utilizzo del dispositivo, che avrebbe potuto salvare molte vite. Ciò non permette di poter descriverne il percorso di "ritardo culturale" come inteso dal sociologo menzionato.
La situazione verificatasi con la mascherina è probabilmente più vicina ad un'altra, sempre descritta da Ogburn:
"... non tutti i ritardi sono da ricomprendere nel concetto di 'ritardo culturale'. Per esempio mi è stato detto che la regina Maria d'Inghilterra, morta nel 1953, non ha mai usato un telefono. Allora, certo rifiutava di adottare una nuova invenzione, ma questa è un arretratezza, non un 'ritardo culturale'."
Che si tratti di arretratezza o ritardo culturale, ci volle tempo e numerose dimostrazioni per rendere l'utilizzo della mascherina parte integrante delle aspettative professionali per gli operatori nelle sale chirurgiche.
Si può dunque constatare che oggigiorno, come allora, siano state presenti posizioni discordanti con le più recenti dimostrazioni scientifiche anche in ambito medico-scientifico.
Fonti:
- Spooner, John L. 1967. "History of Surgical Face Masks". AORN Journal, January:(76-80)
- Matuschek, C., Moll, F., Fangerau, H. et al. The history and value of face masks. Eur J Med Res25, 23 (2020). https://doi.org/10.1186/s40001-020-00423-4
- Ogburne, W. F. 2006. Tecnologia e mutamento sociale. Armando Editore ed. italiana



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