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Com'è fatta?

Aggiornamento: 27 nov 2020

La mascherina chirurgica ha visto svariati cambiamenti nel tempo, passando da un semplice strato di garza a quella che indossiamo oggi. Tuttavia è interessante vedere a che punto siamo arrivati, sebbene analizzeremo solamente la mascherina chirurgica e non le FFP2 o FFP3, anti-particolato europee.


La struttura si divide in 3 strati di tessuto non tessuto (abbreviato TNT) costituiti di polipropilene (abbreviato PP) con caratteristiche specifiche che ora andremo vedere.

Tuttavia troviamo un'importante innovazione già qui, il TNT è infatti un modo di disporle fibre di un materiale tessile in modo casuale, e quindi non tessendole, donando al materiale che ne risulta una trama molto più fitta, che quindi permette di rendere le proprietà meccaniche della mascherina molto più efficaci.


Lo strato esterno ed interno sono TNT in polipropilene "spun-bond" ed il suo scopo principale è quello di semplice copertura poiché la sua capacità filtrante è molto limitata. Infatti l'omonima tecnica "spun-bond" si riferisce ad una struttura della "tessitura non tessuta" più robusta e resistente rispetto ad altre.


Lo strato interno è il vero e proprio filtro, ed è costituito da un TNT in polipropilene "melt-blown" ed il suo scopo è appunto quello di trattenere al suo interno particelle di aerosol e microrganismi pericolosi. Il "melt-blown" è la tecnica di fabbricazione che conferisce la capacità filtrante al materiale.


Le ultime componenti sono tanto immediate quanto indispensabili dal lato pratico: si tratta degli elastici. solitamente in poliestere o nylon, attaccati alla mascherina tramite un pressaggio ad alta temperatura e uno stringi-naso in alluminio che evita fughe di aerosol verso l'alto garantendo l'efficacia della mascherina.

Prima degli anni ‘90 veniva utilizzata anche la fibra di vetro nelle mascherine, principalmente per il basso costo abbinato alle proprietà relative all’assorbimento di umidità. Questa causava lievi irritazioni alla pelle se vi entrava in contatto (da non confondere con la lana di vetro la quale è estremamente pericolosa se inalata).

Sebbene il Polipropilene fosse stato scoperto nel 1954 ed entrato in produzione già dal 1957 ci si potrebbe chiedere perché non fu implementato da subito, ma bisogna considerare che dalla scoperta della fibra di vetro (1897) a quella del polipropilene passano 50 anni.

Fonti:

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